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LA VIA DELLA SETA … la cronaca

luglio/agosto 2014

Prologo

Io — Silvana, Lino Ziliani mi ha detto che quest’anno vanno a Samarcanda e io gli ho detto “mettimi in lista” che ne pensi?

Lei — Si ok ma dov’è?

Io — In Uzbekistan ma non so dov’è, sono quaranta giorni da metà luglio a fine agosto.

Lei — Fico, guardiamo la cartina.

Lei — O mamma mia!!! Vabbè andiamo tanto lo sanno tutti che siamo matti.

Capitolo Unico

Partenza da Roma con tappa a Milano e poi il 18 luglio alle ore 21 ha inizio la nostra avventura.

Via alla volta di Tarvisio, ritrovo per i camper che partecipano al giro, rifornimento carburante fatto, cambusa piena, camper stracolmo, sosta notturna a Desenzano.

19 luglio: colazione abbondante x Paolo perché deve prendere alcune medicine a stomaco pieno (mah..), partenza sincronizzata con Lino alle 8,30 noi da Desenzano, loro da Roncobilaccio, giornata assolata, fa già tanto caldo; sosta per pranzo poco prima di Tarvisio causa traffico abbondante. Primo pranzo (ma non ditelo a nessuno) coda alla vaccinara con patate e broccoli, per sciacquarsi la bocca poi la famosa mortadella; piccolo riposo pomeridiano e con temperatura ancora più elevata via alla volta di Tarvisio.

Nel parcheggio assolato l’incontro con gli altri equipaggi, quattro chiacchiere con la tribù e cena al ristorante, festeggiamo poi il compleanno di Vittorio con torta e spumante, quattro chiacchiere in allegria e a nanna perché la partenza è fissata per le ore 8.

20 luglio: Notte quasi insonne per me, mi rifarò, fotografia di rito e alle 8 spaccate il VIAAAA. Il paesaggio montano (Austria) è meraviglioso, il resto è noia; giornata pesante 600 km per arrivare a Olomouc in rep. Ceca e parcheggio camper insieme a un mucchio di tir, sono comunque riuscita a dormire.

 21 luglio: puntuali come il telegiornale alle 7,57 partenza per Varsavia. Siamo una carovana di 13 camper è stata divisa in due gruppi 6 e 7, a noi hanno dato il n° 8.

Gli organizzatori e conduttori del viaggio sono Tonino B., a capo del primo gruppo e Flavio B. a capo del secondo gruppo; a dire di Lino (la scopa) due grandi dell’Assocampi.

Oggi giornata calda ma piacevole. Siamo passati dalla rep. Ceca alla Polonia e si vede la differenza, autostrade da sogno, belle larghe e soprattutto gratis. Il paesaggio varia, dalle centrali a carbone a graziosi borghi.

Arrivati a Varsavia parcheggiamo in centro città lungo la Vistola, poi visita al centro storico della capitale polacca. Molto bella la parte vecchia, belle piazze, belle chiese, tanta gente in giro. Sulla strada del ritorno si farà un giro completo e approfondito della città . La città ci è piaciuta e se non ci fermeremo al ritorno vedremo di venirci in un altro viaggio.

 22 luglio: partenza puntuale alle 8 come alla volta di Vilnius in Lituania, ci aspettano 480 km.

### Kappa, kappa, kappa.    “Aho, co’ tutti ‘sti kappa hai fatto tris”.

### ti sento come le frecce del camper una volta si e una volta no.

Arrivati nel parcheggio a pagamento in quel di Vilnius, situato lungo il fiume, piccolo intoppo; il pagamento è in moneta locale e nessuno di noi ne è provvisto. Un camperista spagnolo ci indica come fare; all’improvviso una bella biondina lituana che parla inglese si offre di aiutarci e sempre all’improvviso chi si offre di sacrificarsi? Ma il buon Paolo (se non si è capito è mio marito) molla camper e moglie per risolvere la questione. Si ripresenta dopo più di un’ora mah!!! Problema risolto. Cena veloce perché ci stanno aspettando per fare un giro notturno per Vilnius, non ce la ricordavamo così ci siamo già stati nel 2006. Buonanotte.

 

23 luglio: Visita a piedi alla rocca che sovrasta Vilnius, da una parte il fiume Neris e dall’altra la città con tante chiese cattoliche e ortodosse. Partenza alle 11 alla volta di Zilupe in Lettonia al confine con la Russia. La strada è brutta stanno lavorando ovunque.

Lungo la strada bianca, circa 100 km, ci sono stati alcuni momenti di tensione con i tir guidati da gente senza scrupoli. Arriviamo a Zilupe comunque tutti in buona salute; rifornimento d’acqua ad una fontanella, doccia e cena; notte per me parecchio insonne, sveglia all’alba.

 

24 luglio: ore 6,57 partenza  7 km ci dividono dal confine con la Russia. Attendiamo circa 20 minuti per passare il confine lettone e rimaniamo fermi in zona di nessuno. In dogana ci ha raggiunto la guida/interprete che ci accompagnerà per tutto il viaggio in Russia, Kazakistan, Uzbekistan e ritorno, si chiama Polina, ha 23 anni. All’alba delle 11,40 ancora fermi in dogana tra Lettonia e Russia; compilati i dovuti moduli siamo in attesa, temperature esterna elevata, acceso condizionatore, fuori è pieno di tafani e compagnia cantante, nel frattempo la temperatura è salita ancora e siamo a + 33, tutto sole e insetti. Alle 12,55 entriamo uno alla volta in Russia.

Primo rifornimento a € 0,75 OTTIMO. Alle 15,20 tutti in partenza per Mosca, finalmente! perché i tafani ci hanno divorato. La strada si prevede bella ma io non ci credo.

Alle ore 19 del fuso orario di Mosca il nostro Camperello ha compiuto i suoi primi 100.000 KM tra canti della tribù, stasera si festeggia. Sono le ore 20, ancora tanta luce e ancora 266 km per arrivare a Mosca, siamo in ritardo di mezza giornata sulla tabella di marcia.

Sono le 21.45 locali e siamo a circa 149 km da Mosca; le nostre chiappe reclamano riposo, le nostre membra pure e anche lo stomaco brulica. Il programma di viaggio, causa rallentamenti dovuti alla burocrazia doganale e alle strade percorribili a basse velocità, è saltato e i nostri conduttori con tanto impegno riescono a trovare la sistemazione per la notte. Si tratta di un parcheggio per TIR. Il posto è bruttino è sterrato e la polvere ci mangia, ma tant’è. Cena, dopocena di chiacchiericcio poi tutti a nanna, domani sveglia all’alba.

 

25 luglio:  Facciamo rifornimento poi via alla volta di Mosca; il traffico è caotico e senza vere regole; noi siamo 13 camper figuratevi quello che può essere successo. Fortunatamente i nostri bravi conduttori riescono a farci arrivare un po’ Sparpagliati ma indenni fino al campeggio situato nel centro di Mosca .

Ci sistemiamo e ci apprestiamo a pranzare. Nel pomeriggio, in parte tranquillo, qualcuno comunica di avere problema col mezzo. Tonino e c. lo aiuta a risolvere il problema mentre qualcun altro, compresi noi, andiamo in metropolitana in centro città. Stesso traffico, gente che va gente che viene, bel giro e rientro verso le 21 abbastanza stanchi; si cena in camper e poi allegro dopocena. Buonanotte da Mosca.

 

26 luglio: sveglia con tutta calma, un pullman alle 10 ci porterà per il giro turistico di Mosca con una guida di nome Elena. Simpatica e preparata, ci ha fatto vedere monumenti, uffici, vedute della città, la Moscova, il cimitero monumentale, dove sono sepolte personalità famose, la Chiesa Ortodossa del Cristo Redentore, molto bella, molto ricca di icone e molto grande, ed infine la Piazza Rossa, bellissima. Foto ufficiale con striscione dell’Assocampi e di corsa è arrivata la polizia. Da bravi italiani ci siamo fatti riprendere perché non si può fotografare il Cremlino, comunque siamo riusciti nell’intento.

Alle 15 rientro ai camper poi preparazione dei mezzi per il giorno dopo. Cena in esterna per tutta la tribù, ad un self service nelle vicinanze, altra passeggiatina digestiva e rientro per le ninne, domani ci aspettano altri 654 km.

 

27 luglio: partenza da Mosca alle 8,15, ritardo dovuto ai saluti alla mamma di Polina che ci è venuta a salutare e accertarsi che la sua Paolina fosse in buone mani. Dopo circa 300 km dalla partenza pausa pranzo e benzina. Siamo stressati qui i guidatori sono molto indisciplinati e due occhi non bastano, ci vuole la massima attenzione. Nonostante sia domenica il traffico è sostenuto. A 150 km dalla meta Ceboksary, primo guaio: al n° 10 si è spento il motore, sosta in corsia di emergenza per pochi minuti, il tempo di decidere, poi Flavio porta i gruppi pochi km più avanti, sono rimasti con il n° 10 Lino e Tonino sono i due esperti meccanici e lo possono aiutare.

La validità dell’organizzazione è messa alla prova, oggi è domenica e sono le 18. alle 18,45 tramite cb ci comunicano che il mezzo è ripartito, li aspettiamo per riprendere il viaggio

Nota1: per un viaggio di questa portata house-made servono un meccanico, un dottore e tanta buona volontà e noi abbiamo tutto ciò.

Nota2: nei momenti di viaggio poco impegnativi, per ammazzare il tempo si parla solo di due cose, indovinate un po’?  SESSO e CIBO.

Arrivo in tarda serata e sosta nel parcheggio di un centro commerciale con tanto di guardiani; ci accolgono calorosamente, e noi tutti a fare spesa all’interno del centro. Cena e quattro chiacchiere come al  solito. Altri due mezzi hanno necessità di assistenza tecnica e pezzi di ricambio e domattina si vedrà.

 

28 luglio: alzata lenta, mattinata al centro commerciale (grande e bello)  gente intorno a noi incuriosita dai nostri mezzi, siamo ancora al centro commerciale perché due camper hanno bisogno di cure mediche, noi donne passiamo circa un’ora nel bazar di Gianna per acquisti di alta bigiotteria.

Al rientro ai mezzi pranzo veloce e partenza per Kazan.

Kazan è una città molto bella, ben curata, tanti fiori e pulita. Il Cremlino è molto bello:. la moschea e la chiesa ortodossa che lo arricchiscono di storia e fascino sono incantevoli come anche il panorama della città con veduta sul Volga il fiume più grande d’Europa, immenso e molto bello. Sostiamo il tempo necessario per la visita circa due ore e mezzo e si riparte. Verso sera ci fermiamo in un grande parcheggio tir sulla strada che porta in Kazakistan: grande spiazzo con servizi e acqua oltre e ristorazione.

 

29 Luglio: partenza. 467 km ci separano al confine con il Kazakistan e il navigatore indica l’arrivo alle 14. Dopo 118 km sono ancora le 15.09 e la strada ,che tale non è, è impressionante. Abbiamo attraversato una zona molto ma molto povera a 350 km circa dal confine con il Kazakistan.

Ora sulla strada buona la velocità è ritornata sui 85/90 kmh. Il paesaggio cambia continuamente: foreste campi di girasole, piccoli paesini con case minuscole, a volte non si vedono ma si intuiscono, e poi ettari ed ettari di grano. La strada abbastanza buona ci fa arrivare in dogana alle 19,45 locali; alle 20 usciamo dal confine russo e ci mettono in attesa in terra neutra.

Ore 22 circa e tutti siamo in territorio kazako alla ricerca di benzina perché arrivati tutti con il serbatoio quasi vuoti; si sta facendo buio e abbiamo tutti fame. Sorpresa: il benzinaio più vicino ha una sola pompa che eroga gasolio, non ha spazio per la sosta e ci comunica che a 10 km c’è un’area tir dove potersi fermare. Ripartiamo e a 40 km arriviamo in un campeggio sterrato,  sono le 11 di sera. Con sorpresa ci accorgiamo che il frigorifero non si accende a gas. Abbastanza preoccupante. Ceniamo velocemente, guardiamo due foto, ci accorgiamo che anche il mio telefonino è bloccato. Andiamo a dormire molto tardi e dopo poche ore Paolo è in piedi per risolvere il problema frigorifero.

 

30 luglio:  ora imprecisata ma molto molto presto, tic tic, tic tic, tic tic, è Paolo che prova ad accendere il frigorifero, prova  che ti riprova, prova che ti riprova EVVIVA, è riuscito a far ripartire il frigorifero. Mi accorgo nel frattempo che il frigorifero aveva perso acqua e il tappeto aveva in parte nascosto la cosa quindi pulizia e asciugatura di tutto il camper, cosa facile data la temperatura; siamo fermi in attesa di fare l’assicurazione  e la registrazione dell’ingresso in Kazakistan.

Ecco arrivati i documenti dell’assicurazione siamo pronti per partire, abbiamo percorso fin qui 5000 km. Fatto il pieno a 0,47 centesimi al litro si riparte alla volta di Aktobe; la strada si alterna con tratte in pessimo stato e strade ok. Si incontrano quasi esclusivamente tir.

Stremati siamo poi arrivati nel parcheggio di un grosso supermercato, folla intorno a noi, gente che  non ha mai visto un camper, figurati 13 equipaggi, foto, grandi sorrisi e discorsi ognuno nella propria lingua. Qui i tratti somatici delle persone sono abbastanza vicino ai tratti mongoli, carini e sempre sorridenti. Domani si parte presto.

 

31 luglio: alle 7 tutti pronti per percorrere altri 627 km  per arrivare ad Aralsk, si procede verso sud in una bella giornata di sole e anche tanto caldo, il paesaggio è cambiato, è più verde rispetto al deserto di ieri; la strada iniziale da 4 corsie molto bella, ha lasciato il posto ad una meno bella a 2 corsie contrapposte, veduta di 2 miniere e tanto materiale ferroso di scarto, con annesso villaggio di minatori. Altro cambio di paesaggio: deserto. Ci ferma la polizia, tutto ok, ci ha indicato la strada giusta da percorrere. Paolina ci aiuta tantissimo con il suo russo.

Al km 1003 della strada che stiamo percorrendo, eccoti un’altra strada sgarrupata, solo (meno male) per pochi km poi si va bene. C’è un sole che spacca le pietre, è puro deserto, un caldo boia, un vento che fa mulinelli di sabbia, e rari veicoli vengono in senso opposto. In 600 km avremmo superato  5 macchine e forse 4 veicoli hanno superato noi, ogni 20/30 km si vedono fermate di corriera ma non si vedono case, si vedono invece mucche lungo la strada ma persone zero, l’unica veduta è il niente. Al km 1133 si è vista una belle conca d’acqua blu, sembrava una piscina. Ci siamo fermati due ore per il pranzo in uno spiazzo sotto il sole cocente (#@?). Ripartiamo e, più avanti, lungo la strada, incontriamo 2 bei dromedari accovacciati, è la prima volta che qui li vedo e sono molto belli.  Passati molti ponticelli con tanti saltelli e con cartelli che indicato il nome del river, solo che di acqua neanche l’ombra però abbiamo visto l’effetto che fa il sole su questo terreno, sembra acqua “il famoso miraggio”. Al km 1197 ci sorpassa una macchina con targa italiana, a bordo 2 ragazzi ma non si sa la provenienza, sorpassa tutto il gruppo e ad uno spiazzo si ferma e noi dietro a loro; sono due ragazzi di Bergamo con il loro “panda” che partecipano al “mongolia rally”, quattro chiacchiere sotto un sole pazzesco, litri di acqua che se ne vanno foto di rito con bandiera italiana, il sole cocente fa da sfondo e mi ha quasi sfondato, sono viola in faccia e mi rifugio in camper, il viaggio procede ma io ho dovuto bagnarmi anche la testa, sono a rischio insolazione, tutto ok e il deserto continua; arrivati quasi a serbatoi vuoti, facciamo rifornimento in località Aral ed è qui che ci fermiamo per la notte, non è tardi e il sole ancora scalda. Ai bordi della strada la gente  ci guarda arrivare e parcheggiare nella piazza del piccolo paese. Tutti a guardare ciò che non avevano mai visto;  sentiamo all’improvviso strombazzare dei clacson e incuriositi vediamo una coppia di sposini con amici venuti a fare qualche foto nella piazza e visto che la occupavamo hanno voluto fare la foto anche con noi. Nel trambusto generale i bambini hanno avuto il sopravvento e qualcuno se li è trovati in camper. Tante foto, tante caramelle per i bimbi più piccoli e poi ognuno per la propria strada.

Veniamo raggiunti dal comandante della polizia locale che ci invita a trasferirci per la notte in un posto più sicuro. La malavita locale ha già sentito puzza di euro! Il posto sicuro altri non è che un posto di blocco fisso della polizia che visto al buio poteva sembrare accettabile ma in effetti si trova accanto ad una strada di passaggio con tanta polvere e sabbia finissima.

 

1 agosto: al risveglio, tutti coscienti, ci rendiamo conto che questo è puro TRAVEL ADVENTUR. Abbiamo si dormito in un posto sicuro, ma che posto: molto zingaresco. Nelle corso delle scorribande dei bambini nei camper sono spariti occhiali e telefonini!

Si riparte;  altra tappa lunga calda e attraversamento di qualche altro deserto, sterrati da panico, in cabina 34 gradi, il condizionatore non funziona da qualche giorno e chi se ne frega, il baracchino che riceve poco e trasmette niente.

Si riparte per Kizilorda.

Arrivati cambiamo 100 euro nel caso non prendano le carte di credito presso i distributori.

Lungo la strada incontriamo tanti operai che stanno rifacendo la strada e a gesti ci chiedono acqua, prontamente da bravi camperisti rallentiamo e ognuno di noi offre bottiglie di acqua a volontà, ci ringraziano e ci salutano, il tutto sotto un cocente sole e strade arroventate e a volte inesistenti.

Finalmente arriviamo (ad un’ora decente) alle 18 a Kizilorda, parcheggiamo in un largo spiazzo perché non troviamo la piazza che avevano programmato, va bene anche così e per sgranchirci le gambe andiamo alla ricerca di un supermercato che ci indicano alcuni ragazzi; lungo il percorso incontriamo altri sposi e con loro facciamo altre fotografie,  io sempre in mezzo ma comincio a credere che siano più loro incuriositi da noi che viceversa. Al supermercato niente postazione internet così non riusciamo a comunicare con il nostro mondo, pazienza. Piccola spesa anche perche c’è poca merce e rientriamo al camper dove ci aspettano cineoperatori della tv locale, saluti, riprese e intervista al nostro conduttore Tonino. Qui è una cosa eccezionale vedere ben 13 camper, peccato non vedere la ripresa in tv ma ci daranno indicazioni per vederla via internet; dopo questo piacevole intermezzo, cena dopocena con cocomerata poi partitella a burraco.

 

2 agosto:  Paolo al risveglio è di malumore, dormito pochissimo e crampi alla gamba. Mentre facciamo in tutta fretta colazione vediamo partire i camper, molliamo tutto ma poi ci accorgiamo che altri camper sono fermi come noi, non avevano comunicato a tutti il cambiamento di orario dalle 8 alle 7 e così i camper del primo gruppo vanno a fare gasolio e gli altri attendo di essere tutti pronti prima di muoversi.  Questo disguido crea un po’ di malumore nel nostro gruppo. Cerchiamo di localizzare con il cb dove sono andati a fare rifornimento quelli partiti prima; chiama chiama, chiama e chiama senza risposta. Localizzati i fuggitivi li raggiungiamo e facciamo rifornimento anche noi.

Si riparte. Lungo il percorso c’è molto vento, il sole cuoce e c’è poi una piccola tempesta di sabbia, mi correggo non tanto piccola, vento forte, il camper non va oltre i 70kmh. Incontriamo molti animali allo stato brado: pecore, capre, cavalli, muli, mucche, cammelli e dromedari lungo la strada e in corsia di sorpasso. All’improvviso ci comunicano che sta arrivando un camion contromano con dietro altre vetture; tutti all’erta. Per noi non ci sono segnalazioni ma capiamo che per loro c’è una deviazione causa lavori. Apro il finestrino e metto il braccio fuori, sono le 10,25  (o forse le 11,25 perché ancora non si è capito) e l’aria è secca, desertica. Stiamo andando ancora verso sud, ho timore. Altro fermo di polizia dopo qualche chiarimento con Paolina si riparte; ci comunicano che non volevano i navigatori sul cruscotto perché impediscono la visuale. Altra tempesta di sabbia, si sta cercando un caravanserraglio per sostare per il pranzo, lo troveremo? No.

Facciamo un pranzo veloce sotto un caldo micidiale, il vento tremendo alza grosse nuvole di polvere finissima.

Giornata massacrante, strada indescrivibile, 36° la temperatura interna e quella esterna qualcosa in più. Circa 50 km prima della frontiera la polizia ci ferma, ci fotografa le targhe dei mezzi e ad alcuni di noi controlla i documenti, dicono che alni di noi hanno i fari spenti e altri  non hanno le cinture allacciate, ci discute Polina, il nostro angelo custode, e dopo un po’ ci fanno ripartire.  Stremati arriviamo in frontiera pronti con i documenti in mano ma SORPRESA!!!, la dogana è solo pedonale, ci informano che l’altra dogana è a circa 100 km. Disperazione, sconforto, maledizioni e tanto altro. Giriamo i camper e via per altri 100 km. Sono le 19,30 e il sole martella ancora, sono talmente sudata che la mano che scrive bagna il foglio, mi sono dovuta cambiare tutta. Ops!!! Non abbiamo la forza per nulla, forse questa sera non ceneremo, dobbiamo ancora passare la dogana e li sarà dura, dobbiamo dichiarare tutto quello che abbiamo di tecnologico a bordo, il loro valore più i soldi in nostro possesso di qualsiasi nazione. BHOO. La dogana è in mezzo ad una bolgia infernale fatta di polvere e di anime che vagano illuminate dai fari delle automobili. Ci vorranno 12 ore per entrare un Uzbekistan, vi tralascio la cronaca della nottata e della ripartenza che è stata da veri incoscienti.

 

3 agosto: Mi dicono che siamo a Chinoz. All’ennesima richiesta dei passaporti da parte degli addetti alla dogana facciamo trovare all’interno del passaporto 10  eurini che prontamente si sono dileguati. E’ l’ora di pranzo ma siamo in ritardo col programma e ci affrettiamo a ripartire. Ci fermiamo per il pranzo dopo circa mezz’ora. Pranzo silenzioso, siamo tutti stanchi e assonnati. Ci fermiamo un’ora poi il viaggio riprende e alla vista della prima indicazione di SAMARCANDA tutti fermi a bordo strada per le doverose e tante foto, film ati e quant’altro, sembriamo bambini il giorno di Natale.

C’è chi è in cima al camper e chi abbraccia il cartello di Samarcanda. Ci si abbraccia reciprocamente, tutti pazzi dalla gioia e in preda all’euforia. Si riparte e si giunge all’albergo prenotato dove alloggiamo con i nostri camper nel parcheggio serviti di corrente e acqua a volontà,  più una camera a disposizione di tutti per la doccia in un ambiente un po’ più grande del ns. camper. Siamo giunti alla meta dopo 7000 e rotti km e giorni molto duri. Si cena, si chiacchiera, facciamo una doccia rinfrescante a mezzanotte e poi al’una circa andiamo a dormire

 

4 agosto: SAMARCANDA

Rientrati al camper all’ora di pranzo accaldati, euforici, felici, passiamo il pomeriggio a riposare ma fa talmente caldo che pochi ci riescono. In attesa che il sole attenui il suo calore alle 19 tutti fuori per andare a cena in un ristorante prenotato in giornata. Come al solito sono un po’ scettica invece si è rivelata una cena buona, un conto buono, ma per chi non sa  quale è qui il cambio ci sarebbe stato da spaventarsi, 20 cm di banconote una sopra l’altra per 28 persone. Nell’andare a cena abbiamo visto un capannello di gente ben vestita vicina ad un ristorante, e abbiamo subito capito che erano gli  invitati ad un matrimonio in attesa degli sposi. Ci vedono, ci salutano e ci chiedono da dove veniamo. Qui la gente è molto cordiale, sorridente e pronta a salutarti, a fermarsi ai semafori per farti passare e comunque sono molto accoglienti. Appena ci vedono ci invitano ad entrare nel salone dove sul palco c’è il tavolo degli sposi e davanti al palco tanta gente che balla. Ci invitano o per meglio dire ci spingono al centro sala e ci troviamo coinvolti nei loro balli, il più scatenato della compagnia cioè Paolo che da il meglio di sé ballando e invitando tutte le ragazze presenti a ballare…e te pareva!! Dopo di lui ci siamo lanciati quasi tutti  nella calca. Ci puntano addosso un faro e mi sa che stanno riprendendo il tutto con una telecamera, c’è anche una ballerina, probabilmente una professionista, molto brava, e in tanti ci mettiamo a ballare con gli invitati al matrimonio. Tutti ci fanno foto, filmini, selfie e ce li mostrano con orgoglio, c’è da morir dal ridere o dalla vergogna (a voi la scelta). Ad un certo momento veniamo invitati sul palco per una fotografia con gli sposi, nessuna vergogna e una valanga di flash ci assale. Stanchi, felici e stupefatti cerchiamo di andarcene ma ci fanno cenno di fermarci e ci invitano pure a sederci al tavolo con loro per la cena, ringraziamo ma guadagniamo l’uscita del locale fra inchini e applausi. Poi si scopre che a qualcuno hanno anche offerto del vino rosso, ma non sono mussulmani? Rientriamo ai camper. Qualcuno racconta che a Paolo sono stati offerti dei soldi per ballare, l’interessato nicchia e nessuno saprà mai se è vero o no eccetto io.  La giornata finisce tra risa a crepapelle e battute: sarà una giornata da ricordare.Oggi giorno libero per il giro della città, si inizia alle 9 con un’euforia in corpo. Fa molto caldo.  E’ tutto molto bello. Camminiamo lungo il viale che porta alla piazza  Reghistan incontriamo parecchia gente e tutti ci guardano e si interessano a noi, c’è chi ci chiede da dove veniamo altri ci fanno fotografie e altri vogliono farci foto con loro. Percorriamo poi la strada che porta al bazar ma oggi è lunedì ed è chiuso, ci andremo domani. Continuiamo per il viale e vediamo molta gente, ci avviciniamo e troviamo tante bancarelle di frutta e verdura. Non si nascondono i “cambia valute a nero”: uomini, ragazzi e ragazzini con delle borse della spesa con dentro “montagne”, nel vero senso della parola, di soldi. Il cambio al nero, non sarebbe lecito ma è l’unico, non esistono bancomat in giro e bisogna adeguarsi. La carta-moneta locale si chiama sum e il taglio più piccolo e da 100, una banconota da 1000 equivale a 0,30 centesimi nostri. Vi lascio immaginare.

 

5 agosto: visita guidata in pullman di Samarcanda con la guida Caterina che ci porta in primis all’osservatorio dove è custodito il sestante dell’osservatorio di UluğBek, il più famoso della storia, poi ad un cimitero mausoleo dove furono sepolte le mogli o le sorelle di Tamerlano. Qui il caldo è già micidiale Paolo e altri entrano al cimitero  mentre io ed altre rimaniamo fuori all’ombra. Tutti ci guardano e vogliono fotografarci e fare foto con noi, siamo un’attrazione. Continuiamo con la visita alla tomba di Tamerlano e poi piazza  REGHISTAN  con le tre “matrasse”: lo splendore di Samarcanda. Che spettacolo, cose viste solo nei documentari televisivi e ora siamo qui, ci sentiamo parte di questo posto indimenticabile. In pochi decidiamo di entrare con la guida per vedere all’interno alcune esposizioni delle varie scuole di pittura di Samarcanda, Bukara e Kiva. Alcune cose sono molto belle e interessanti. Siamo oramai stanchi  e soprattutto accaldati, la temperatura si aggira intorno ai 50° ma decidiamo di non rientrare, di mangiare un boccone lungo la strada all’ombra di pochi alberi e ripartire per un giro al bazar. Ci guardiamo in giro molto incuriositi dalle loro mercanzie e facciamo i nostri piccoli acquisti e per tirare sul prezzo Paolo cerca di distrarre una commessa caruccetta. Foto di rito, selfie con la commessa caruccetta e via al camper. Siamo stanchi e accaldati ma felici come ragazzini l’ultimo giorno di scuola. Si approfitta della stanza dell’albergo per una lunghissima doccia con spreco di acqua e cena con risotto, pollo e melanzane grigliate, precedute da un ottimo aperitivo. Alle 23 stremati e ancora accaldati mettiamo a riposo le nostre membra.

 

6 agosto: sveglia come al solito molto presto per partenza. Viaggiamo verso Bukara ma ci fermeremo prima per la visita alla città natale di Tamerlano. Perdiamo tempo per rifornirci tutti di gasolio in una autorimessa perché non esistono pompe stradali che lo riforniscono. Il rifornimento è avvenuto uno alla volta con un omino che utilizzava un contenitore da cinque litri: un’eternità.

In attesa che tutti si riforniscano attacchiamo chiacchiera con dei locali che stanno coltivando un campo attiguo di cavoli. Ci avviciniamo e chiediamo a gesti se possiamo acquistarne qualcuno e loro ce li regalano, ricambiamo molto volentieri con bottiglie di coca cola e succhi di frutta freschi che vengono graditi. Si riparte per stadee sempre più sgarrupate, dobbiamo scalare una montagna e incontriamo un altro blocco di polizia la quale ci informa che troveremo la strada brutta: quindi attenzione. Ci fermiamo poco dopo per il pranzo quando mancano circa 50 km alla meta, Paolo oggi non si sente molto bene, saliremo a circa 1500 metri (non siamo lontanissimo dalla catena del Tibet e la Cina dista solo 700km). Ci fermiamo per le foto perché da quassù il panorama è molto bello. Ci sono molteplici bancarelle di spezie e frutta secca è d’obbligo. Si riparte e si vede la strada che dobbiamo percorrere, molto bella e molto in discesa. Tamerlano ci aspetta e intorno alle 17 arriviamo, il posto si chiama Shahrisabz. Cerchiamo un piazzale dove fermarci per la notte, lo troviamo ma aimè  siamo in mezzo alla polvere di escavatori e polvere locale. Facciamo una passeggiatina per sgranchirci le gambe anche se ci sono 50°, l’ombra non esiste, il camper è infuocato, sarà una cena fredda, io non accendo i fuochi per cucinare.  Alle 20 si presenta l’ombra e Paolo che ancora ha male di stomaco vuole cenare solo con 2 mele. Poi doccia con le bottiglie riempite d’acqua a Samarcanda e messe sul cruscotto, l’acqua è talmente bollente che bisogna aggiungerne di fredda (?). Chiacchierata serale tutti in gruppo seduti a bordo strada.

 

7 agosto: sveglia all’alba, colazione e foto ufficiale con tanto di giornalista/fotografo sorridente e con pochi denti della tv locale poi il via per Bukara altra città gioiello, circa 300 km di non si sa quale strada. Strada con buche, dossi, saltelli e quant’altro, la prima sosta non è pausa caffè bensì pausa rImontaggio viti ai camper, tutti noi abbiamo un certo numero di viti da rimettere al loro posto, ogni sera si fa la conta dei danni subiti. Riprendiamo il percorso e incontriamo molti animali segno che da qualche parte c’è acqua, lungo la strada ci sono molti contadini che vendono i loro prodotti: cocomeri, meloni, pomodori e mele.   Ore 12,00 39° dentro e fuori dal camper, asfalto sui 50°, pezze gelate per rinfrescarci corpo e mente, Paolo è bianco cadaverico e anche un po’ preoccupato, arriviamo comunque accaldati a Bukara, parcheggiamo i camper nel giardino di un hotel, stanchi e affamati.

 

8 agosto: oggi giro in pullman per Bukara con guida. La guida parla male l’italiano, si fa fatica a capire e non conosce bene neanche quello che ci porta a vedere.  Poco paghi, poco hai. In pomeriggio andiamo al bazar molto decantato.). Rientriamo in taxi  perché è molto caldo: la temperatura si aggira sui 50° . Verso le 19 usciamo per andare a vedere un piccolo bazar per acquisti. Altra passeggiatina in attesa della cena che andiamo a consumare in un bel ristorantino vicino ad una fontana con getti d’acqua. Siamo in 10 e la cena si protrae allegra e spensierata.

 

9 agosto:  Alle 17,30 dopo una giornata travagliata in attesa di capire come faremo rifornimento si riparte per andare all’appuntamento con chi ci venderà il gasolio a nero, più caro che in italia.

Alle 19,50 ripartiamo tutti riforniti a dovere per fermarci un’ora dopo per la notte Cena e chiacchierata veloce perché domattina la partenza per Kiva è anticipata a causa dell’eccessivo caldo e dei ritardi accumulati sulla tabella di marcia.

 

10 agosto: partenza alle 6, altro deserto e arrivo a Kiva verso le 11 e ci sistemiamo nel parcheggio/giardino di un hotel con stanza a disposizione.

Accaldati e stremati pranziamo vicino alle mura della città.

E’ uno spettacolo stupendo: cielo luminosissimo, mura marroni, torrioni blu e oro. Cerchiamo di riposare domani faremo il giro turistico della città. Lino e Franca festeggiano l’anniversario di nozze e offrono un’apericena, siamo tutti allegri e dopo i festeggiamenti buonanotte, tutte le finestre del camper, gli oblò e fessure varie sono aperti ma l’aria non c’è il caldo sì.

 

11 agosto: ci incamminiamo all’alba verso l’ingresso della cittadella. Kiva è bellissima.

Samarcanda, Bukara e Kiva meritano il VIAGGIO. Non sappiamo più dove fotografare. Ci sono tanti negozietti di artigianato locale. La temperatura è desertica e decidiamo di rientrare  al camper. E’ mezzogiorno; appetito zero, stomaco gonfio d’acqua che evapora prima di arrivare in vescica, andiamo a farci una doccia. Passiamo il pomeriggio in conversazione in attesa della cena che questa sera sarà collettiva all’hotel. Poi subito a letto domattina partenza all’alba per forse la tappa più impegnativa (ma perché fin’ora?)

 

12 agosto: all’alba lasciamo questo posto già assolato per rientrare verso il Kazakistan.

Fa tantissimo caldo la strada è sterrata e c’è tanta polvere e si procede lentamente.

Arriviamo in frontiera alle 21,30 . Abbiamo già percorso 9106 km tutti i camper presentano qualche problemino di tenuta, anche noi ma non lo diamo a vedere.

Sosta notturna in frontiera.

 

13 agosto: Siamo in fila alla frontiera e sono le 8. Dopo tanta burocrazia e tanti controlli dentro i camper alle 15 circa siamo tutti in territorio kazako. Tira un vento (caldo) che porta polvere e sabbia, ne siamo saturi ma abbiamo ancora 90 km circa di deserto da fare.

La strada, se così si può chiamare è sterrata e piena di buche Paolo decide di procedere molto lentamente per non compromettere il mezzo. Ci sorpassano dei grandissimi tir che lasciano delle scie di polvere come i transatlantici nel mare. Gli ultimi 20 km li percorriamo in più di un’ora, lo sterrato è stato sostituito con lastre di cemento armato distanziate l’una dall’altra di almeno 30cm e con i ferri che spuntano di tanto in tanto. Ce l’abbiamo fatta. Serata stanca, si va a letto presto.

 

14 agosto: partenza alle 8 circa, destinazione un luogo imprecisato a 431 km, ormai il programma ufficiale è saltato e seguiamo come asini chi c’è davanti. Alle 13 troviamo un’area sosta con ponte, ci si ferma per fare la pausa pranzo. Ripartiamo sempre con temperature proibitive e ci comunicano che siamo a circa 11 metri sotto il livello del mare, ma siamo arrivati in altre località a – 20 metri. Deserto, depressioni caspiche, sale, miraggio a vista d’occhio e siamo a – 30 metri. Usciamo dal deserto e arriviamo ad Atyran (questo è il luogo imprecisato), facciamo spesa ad un supermercato, acquistiamo taniche di acqua perché con questo clima ne è andata parecchia, e viveri.

Il luogo dove ci siamo fermati non è idoneo alla sosta notturna quindi decidono di spostarsi e siccome c’è poco distante il fiume ci si reca lì ma il luogo e pieno all’inverosimile di sabbia e terra e polvere. Non riusciamo nemmeno ad arrivare che ci insabbiamo, una tragedia, il nostro camper è di traverso perché la ruota anteriore destra è per metà insabbiata dopo vari tentativi di uscire dal pantano arriva un signore del posto che molto gentilmente si offre di aiutarci e con il suo furgoncino e ci  tira fuori dall’impiccio. E’ accaduto anche ad altri e il signore ci ha risolto i problemi e ci ha indicato dove parcheggiare.

Domani 15 agosto festa e sosta di 1 giorno.

 

15 agosto: sveglia all’alba causa calura. Oggi è festa ma che festa. Sembra di essere in una fornace. Ci sistemiamo al meglio con i tendalini per farci ombra e pranziamo: tutti hanno in serbo ancora qualche manicaretto particolare portato da casa o fatto sul posto. Decidono di lasciare questo posto “poco paradisiaco”  anche perché si alzata dell’aria che ci investe di polvere, alle 18 si parte di nuovo.. Ci fermiamo per la notte in un parcheggio tir. Fa come sempre un caldo boia ma smetto di bere acqua, the, acqua e adagio adagio mi passa il mal di stomaco. Gli animi si scaldano, calura, stanchezza e 32 giorni di convivenza si fanno sentire. Durante la calda notte si dorme poco, tutte le finestre e gli oblò sono spalancati, sudiamo talmente tanto che ci cambiamo in media due volte a notte. Paolo ha tossito tutta notte e chi era parcheggiato vicino a noi ha dormito poco.

 

16 agosto: al risveglio subito in piedi, alle 8 ci sono 31° buongiorno. Oggi passaggio in Russia, 2 dogane e non so cosa ci aspetta, pranzo a Oral a + 40° e poi via in dogana e cosa mai successa in 2 ore siamo in Russia. Evviva Polina. Siamo in Russia e torniamo indietro di 1 ora forse, controlleremo, tutti i possessori del Tom Tom sono felici, i navigatori sono rientrati in funzione magari sporchi e sicuramente impolverati anche se riposti negli armadi, si cerca ora un posto per la notte. Trovato parcheggio per camionisti provvisto di acqua, praticamente il top, si cena in compagnia e poi il giusto e sano riposo.

 

17 agosto: oggi si parte tardi e noi ci svegliamo un’ora prima causa errore orologio. 50 km e troviamo un Auchan e sostiamo per la spesa. Finalmente una giornata piovosa, meraviglioso, ma dura poco. Pranzo e ripartenza, si guida fino alle 19 per una strada a tratti bella a tratti no. Sosta come al solito in un parcheggio  sterrato con ristoro. Decidiamo di uscire tutti a cena. La stanchezza si fa sentire e i rapporti tra di noi, per una convivenza così lunga, cominciano ad essere più difficili. Chi ha intelligenza la usi.

 

18 agosto: mattinata tesa, gente che parla, gente che non parla, gente imbarazzata, gente che ascolta, si parte e durante il tragitto qualcuno si sforza di parlare al baracchino poi silenzio, troppo silenzio.  550 km e arriviamo a Novgorod dove ci fermiamo in un grande parcheggio di un supermercato. Ceniamo con altri del secondo gruppo, poi tutti a nanna

 

19 agosto:  a Novgorod andiamo a vedere il locale Cremlino e facciamo una visita alla chiesa di Vladimir, al belvedere. La giornata è fresca e piacevole.

Nel primo pomeriggio si riparte per Mosca dove arriviamo alle 20,30 al campeggio dell’andata. Sistemazione e cena.

 

20 agosto: oggi giro libero per Mosca, ci mettiamo d’accordo sul percorso da fare con Pietro Bruna, Flavio e Claudia  e noi. Molto belli ed eleganti i magazzini Gum sulla Piazza Rossa. Poi la Chiesa di S. Basilio con le sue cupole coloratissime, dentro è bella ma me la aspettavo molto diversa. Si è fatta ora di pranzo e noi decidiamo con Flavio e Claudia di rimanere per visitare altri posti  e mentre Pietro e Bruna rientrano al campeggio riprendiamo la metro per andare a vedere la via più “in” della città. Pranziamo e andiamo per vetrine, poi anche al mercatino delle pulci che non troviamo, ma chiedi e richiedi alla fine ci facciamo capire e ci arriviamo. Ormai ciondolanti, ci incamminiamo per il ritorno, proviamo anche l’ebbrezza del tram. Anche lui corre come tutti a Mosca. Sbagliamo fermata ma pazienza, cammina cammina arriviamo al camper con la lingua di fuori e i piedi gonfi ma internamente felici e contenti per la bella giornata.

 

21 agosto: ci svegliamo tardi (8,30) giornata di pulizie di bucato e di spesa, si è deciso di pranzare in 6 con menù di polenta al sugo e contorni vari. Pranzo da RE, tutto molto buono innaffiato da due bottiglie di rosso precedute da prosecco e seguite da caffè che volete di più. Alle 14,30 briefing con tutti.  Alle 15,30 partenza per la frontiera di Zilupe. Sosta caffè vicino al un supermercato per spendere gli ultimi rubli. Sono le 19,40 il sole è ancora alto la temperatura ora piacevole ma, mancano ancora 80km all’area di sosta Nelidovo arrivo alle 20,40.

 

22 agosto: partenza per la frontiera di Zilupe tra Russia e Lettonia. Piove e siamo a 12000km percorsi, l’arrivo è previsto per le ore 12,00. Durante la sosta c’è una riunione e dato che il programma prevede un ritorno libero si cerca di capire le volontà dei partecipanti per fare dei gruppi.  C’è chi vuole andare a Riga in Lettonia ed chi vuole di proseguire fino in Polonia per visitare Cracovia. Noi decidiamo subito di far parte di questo gruppo, ma ancora non è il momento dei saluti siamo in frontiera a Zilupe.  Due ore di attesa e ci fanno passare in Lettonia.

Passata la frontiera saluti e baci il gruppo si divide sei equipaggi vanno verso Riga  e gli altri a Cracovia. Lungo il cammino durante la sosta caffè aiutiamo Piero a siliconare una infiltrazione d’acquaoi. Arriviamo a Zarasa in Lituaniai verso le 20,30, parcheggiamo davanti ad un market, ceniamo. La temperatura esterna è abbastanza bassa per noi abituati ai 40/50 gradi del lungo viaggio.

 

23 agosto: partenza alle 8,00 da Zarasai che è bagnata,quasi circondata,  dal bel lago Zarasas ed tenuta molto bene. Fuori dalla cittadina iniziano le strade sono tutte rovinate, forse il freddo dell’inverno le spacca infatti le stanno rifacendo tutte. E’ un disagio continuo; mancano 600 km per arrivare a Varsavia e il navigatore porta 9 ore e mezza di viaggio. Arriviamo alle 20,00 in un grosso centro commerciale dopo Varsavia, ceniamo ma poi ci fanno spostare, ci sistemiamo poco distante in un parcheggio tir e lì passiamo la notte.

 

24 agosto: risveglio sotto l’acqua la riparazione al camper n. 9 tiene andiamo avisitare miniere di sale vicino Cracovia. Usciamo dopo circa 3 ore di visita e ci rechiamo  a Cracovia dove, su indicazione di Flavio che c’è già stato,  parcheggiamo i camper in pieno centro e ci rechiamo in visita alla città. Mi è piaciuto molto quello che ho visto, il resto sarà per domani, e decidiamo di fermarci a mangiare qualcosa in una pizzeria poi facciamo rientro ai camper.

 

25 agosto: risveglio e uscita per visitare la città. Qualcuno parte in direzione Italia a causa impegni. Facciamo una visita al castello poi alla cattedrale di S. Stanislao. Visitiamo altre chiese, tutte molto belle.

Visitiamo il centro con tante piazze, vie e tanti negozi, il tutto sotto il sole, non è caldo, si sta bene. Facciamo un po’ di spesa; rientriamo e alle 14,30 tutti pronti per avviarci verso la rep. Ceca dove sosteremo a Brno per la notte, percorriamo belle strade statali e non l’autostrada, il paesaggio e bello, la Polonia merita una visita molto più approfondita. Ci giungono intanto notizie dall’altro gruppo, domani ci raggiungerà  a Tarvisio per la cena di commiato. Perché l’avventura finisce dove è iniziata.

 

26 agosto: Oggi dovrebbe essere la giornata dei saluti, allegria per il rientro, allegria per il ricordo di una bella avventura, allegria per aver conosciuto nuovi amici. Partiamo da Brno, attraversiamo l’Austria, fcciamo le dovute soste del caffè e del ptanzo e alle 15,50 siamo in ITALIA a Tarvisio.

Ritroviamo l’altro gruppo. Andiamo tutti a cena insieme, mancano solo 4 equipaggi che per problemi personali già si erano allontanati.

 

Un’avventura come questa perché di avventura si è trattato è irripetibile. Il VIAGGIO ha messo a dura prova noi e il camper, una prova che abbiamo superato e vinto, ora siamo più forti.

 

Un grande grazie a Lino  Ziliani, persona ecceZZZionale veramente, che ci ha invitato a intraprendere questo VIAGGIO.

Un grande grazie ad Assocampi e ai sui conduttori Tonino e Flavio,

Un  grande grazie ai compagni di viaggio e a quelli con i quali abbiamo stretto più amicizia, speriamo duri per tanto tempo.

Un grande grazie a Paolo per avermi a volte sopportato, a volte consolato, a volte mandato….

Un grande grazie al nostro camperello tornato un po’ malconcio, tanto sporco e affaticato..

Un viaggio da aggiungere ai precedenti e da raccontare alle figlie e ai nipoti quando saranno un po’ più grandi.

 

14840 KM DI PURA FOLLIA.   Baci baci baci

Epilogo:… e ancora vado dicendo: questo viaggio LO RIFAREI

 

A CORONAMENTO DEL NOSTRO 40° ANNIVERSARIO DI NOZZE

Silvana e Paolo

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