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A cura di Franca Tortora e Ugo Sarzola

Viaggio effettuato tra maggio e giugno 2013 su semintegrale CI Cipro 35 “Supermario” del 2003

Giovedì 16 maggio km 95855 (0)

Si parte alle 18 da Roma, appena usciti dal lavoro per non perdere nemmeno un minuto di vacanza; la situazione meteorologica è migliorata rispetto alla mattina: non piove più. Usciamo da Roma per imboccare la A1 e, con un normale traffico da giornata feriale arriviamo a fermarci per la notte, presso la stazione di servizio di Badia del Pino est.

Venerdì 17 maggio km 96092 (237)

Ci svegliamo con calma e riprendiamo la marcia sotto la pioggia.

Come pianificato in precedenza, lasciamo la A1 per la A22 in quanto attraverseremo Austria e Germania per entrare in Danimarca sotto la cittadina di Mogeltonder. Verso le 13.30 ci concediamo una breve sosta: usciamo dall’autostrada per entrare a Trento dove facciamo la spesa e mangiamo al parcheggio del supermercato. Oggi è prevista una lunga giornata di trasferimento per accumulare chilometri visto che siamo ancora freschi di partenza e vogliosi di arrivare il prima possibile. Si riparte e, pagata la vignette austriaca ed il pedaggio del Ponte dell’Europa, attraversiamo l’Austria e percorriamo un bel pezzo di Germania; ci fermiamo per la notte in un’area di servizio presso Norimberga.

Sabato 18 maggio km 96979 (887)

Abbiamo riposato bene, alle 1030 ripartiamo. Come detto, ci preme di arrivare in Danimarca ma, non essendo forzati, ci concediamo una sosta a Fulda alle 12.30 per una visita ed il pranzo (ci fermiamo in un supermercato ma c’è un’area sosta camper in Weimarer Strasse poco lontano dal centro e ben segnalata).

La città si trova sul fiume Fulda vicino alle frontiere della Turingia e della Baviera, incuneata fra la Rhön a est e il Vogelsberg a ovest. Il castello, situato nel cosiddetto quartiere barocco fu costruito in epoca rinascimentale e rifatto in forme barocche tra il 1706 e il 1721, al suo interno vi sono lussuose sale di rappresentanza.

Il Duomo, ricostruito all’inizio del XVIII secolo su un’antica basilica del IX secolo, conserva  all’interno reliquie di San Bonifacio.

Per fortuna il meteo ci assiste e riusciamo a fare una bella passeggiata.

Alle 16.30 rientriamo in autostrada e riprende a piovere: speriamo di avere pioggia solo lungo i trasferimenti o di notte. Ci fermiamo anche questa sera in una stazione di servizio; non siamo molto distanti, ormai, dal confine danese che contiamo di superare con comodo domani in mattinata.

Domenica 19 maggio km 97626 (647)

Partiamo alle 10:00 ed entriamo in Danimarca attorno alle 11:00. Il primo assaggio in terra danese consiste nella visita ad una chiesetta con attiguo piccolo cimitero: ancora non sappiamo che ne troveremo moltissime nel nostro peregrinare attraverso la terra dei vichinghi. Alle 12.30 arriviamo a Tonder; il cielo è coperto ma non piove e questo ci permette di passeggiare a lungo per il paese che si presenta con piccole strade acciottolate e case ad un piano con tetto a doppio spiovente.

Pranziamo tardi e ci spostiamo, poco più su, a Mogeltonder. Il luogo è ancora più gradevole del precedente pur conservandone l’impronta per cui ci concediamo un’altra passeggiata prima di ripartire per la spiaggia di Lakolk sull’isola di Romo.

Percorriamo i sette chilometri di diga che la collegano alla terraferma e arriviamo ad un centro balneare colmo di piccoli negozi che visitiamo in quanto abbiamo aggiunto un’ulteriore passione al nostro peregrinare: cercare regalini per la nipotina.

Riprendiamo il camper ed arriviamo alla famosa spiaggia profonda più di 600 metri e con la sabbia talmente compatta che viene percorsa da decine di automobilisti che giocano al rally. Anche i camper, presenti in discreto numero, si portano fino in fondo, quasi sul bagnasciuga. A questo punto, decidiamo anche noi di provare il brivido delle ruote sulla sabbia ed entriamo sulla spiaggia senza però spingerci molto oltre il suo inizio anche se abbiamo letto della presenza di mezzi pronti a trarti d’impaccio, in caso d’insabbiamento, per poche corone. Proseguiamo a piedi fino all’acqua per le foto di rito. Nonostante per l’orologio sia già sera, il sole è ancora alto per cui decidiamo di sportarci a Ribe per la notte in modo da trovarci già là domattina, per visitarla. Pernottiamo nella comoda e tranquilla area vicino al centro dotata di carico scarico e bagni: veramente soddisfacente!

Lunedì 20 maggio km 97893 (267)

Ribe (in tedesco: Ripen) è la città più antica della Danimarca; situata nella penisola dello Jutland, è inglobata nel comune di Esbjerg nella regione della Danimarca meridionale (Syddanmark); le sue origini risalgono agli anni 704-710, tempo della costruzione dei primi insediamenti.

Il nome Ribe deriverebbe dal danese antico (contaminato dal latino) ripa, cioè riva o sponda (nei documenti del XIV sec. è nominata come “Portus Ripeis“). L’insediamento iniziale consisteva di una settantina di case -più elevate nella parte centrale- ed era attraversato da un canale, il Ribe, che scorre attraverso il villaggio, crea paludi e sfocia a Vadehavet presso Kammerslusen.

Nell’860 l’arcivescovo di Brema-Amburgo, Oscar di Brema, nell’iniziare la “missione di riportare il cristianesimo al Nord”, chiese al re di Danimarca, che la prima cattedrale scandinava fosse costruita proprio in questa città. La richiesta non era casuale, dal momento che Ribe all’epoca era già una delle città commerciali più importanti in Scandinavia. Tuttavia la presenza di un vescovo, e quindi di una cattedrale, può essere confermata a Ribe solo dall’anno 948.

Attualmente l’abitato presenta numerosi e ben conservati edifici antichi e molti edifici sono sotto la tutela delle belle arti. Il più antico municipio della Danimarca si trova in von Støckens Plads. L’edificio risale al 1496. Nel 1709 alcuni alloggi furono acquisiti dal municipio. A Ribe si trovano anche un antico duomo, Ribe Domkirke (della Chiesa luterana danese), e il museo provinciale più antico di Danimarca. Ribe è famosa anche per un nido di cicogne visibile sul tetto di una casa del centro, in cui ogni anno tali volatili fanno ritorno. Il 26 giugno 1269 re Erik V Klipping stilò nella sua corte di Nyborg lo “Statuto di Ribe”. La legge è anche nota come Riber Ret e per la sua severità (“Ringrazia Dio, figliuolo” disse la donnaccia che aveva visto suo figlio impiccato alla forca di Varde “che non hai a che fare col Riber Ret”).

Il 3 settembre 1580: un grande incendio distrugge gran parte della città (11 strade e 213 case bruciate) mentre l’1112 ottobre 1634, le acque invasero Ribe e salirono 6,1 metri sopra il livello normale.

Ci accingiamo alla visita di Ribe: come fosse domenica anche oggi, tutto tace e non gira nessuno. Una rapida indagine e scopriamo che è festa in Danimarca, è il Lunedì di Pentecoste, una ricorrenza molto sentita perciò l’ufficio turistico è chiuso. Continuiamo, comunque, la nostra passeggiata e scopriamo che, in tarda mattinata, ci sarà una sfilata di carri e bande. Al ritorno in centro, prendiamo quindi posto ed assistiamo alla gioiosa manifestazione. Riprendiamo il nostro giro per finire di fotografare le famose porte dipinte di Ribe. Pranziamo in camper e partiamo per Billund sede del parco di divertimenti a tema Legoland. Non abbiamo bambini con noi, ma abbiamo letto che, intorno alle 18:00 mentre le attrazioni stanno chiudendo, è consentito l’ingresso gratuito e riusciamo così a soddisfare la curiosità di vedere questo famoso parco. Addirittura, chiedendo al personale, riusciamo a parcheggiare proprio nel piazzale davanti alle casse: meglio di così… Terminata la visita ed essendo, come detto in precedenza, il sole ancora alto nonostante l’ora, ci spostiamo a Sondervig dove ha sede un rinomato festival estivo riguardante le sculture di sabbia. Arrivati ci accolgono una nebbia che si infittisce sempre più ed un buon parcheggio (N: 56.12188, E: 8.1162). Facciamo una veloce passeggiata sulle dune fino a vedere il mare -prima che scompaia alla vista del tutto- e scopriamo un gran numero di deliziose villette per le vacanze sparse qua e là; tornati al camper, trascorriamo una notte tranquilla.

Martedì 21 maggio km 98039 (146)

Dopo la sveglia e la colazione, cerchiamo informazioni circa le famose sculture di sabbia ma, ci dicono, il festival ci sarà solo in giugno per cui mettiamo in moto per il vicino fiordo di Ringkobing. Ci spingiamo fino a metà dove troviamo un villaggio molto carino che visitiamo a piedi tra negozietti e pescatori. Pranziamo con fish&chips take away acquistato ad un chiosco da una simpatica signora…polacca e, mentre inizia a piovere, ci spostiamo verso Rudbjerg Knude passando per Thyboron.

A Thyboron si trova quella che è ritenuta una grande attrazione: la casa di conchiglie. In realtà ci appare come un villino ricoperto all’esterno di conchiglie in modo anche elementare. Non riusciamo ad entrare perché chiude alle visite alle 15:00 e noi proprio a quell’ora arriviamo: una visita esterna ed una sbirciata attraverso le finestre è più che sufficiente. Onestamente rimaniamo un poco perplessi di fronte ai commenti letti in rete lasciati da coloro che, passati qui, hanno descritto il tutto come una grande attrazione… Prendiamo un traghetto (traversata 10 minuti) per proseguire e risparmiare almeno settanta km. Arriviamo vicino la meta alle 19:00 con nebbia persistente e densa. Ci fermiamo in camping per poter fare con comodità una lavatrice e “raddrizzare” l’interno del camper rimandando la visita al faro insabbiato a domani.

Mercoledì 22 maggio km 98319 (280)

Come detto sopra, approfittiamo della sosta per un poco di pulizie e sistemazioni varie che ci fanno arrivare alle 11:00; d’altronde è da questa notte che piove e non accenna a smettere…Lasciamo il campeggio ed arriviamo al parcheggio del faro: ci aspettano almeno due km a piedi su un sentiero sabbioso. Ci inerpichiamo ma la pioggia e la foschia densa, che impedirebbe comunque ogni foto, ci fanno desistere. Torniamo indietro: ci accontenteremo delle foto in rete. Puntiamo verso Skagen che raggiungiamo intorno alle 15:30. Parcheggiamo vicino al porto e la pioggia sembra smettere consentendoci così una visita del paese. Come al solito alle 18:00 tutto chiude e ci rimane il rimpianto di non aver potuto visitare la locale pinacoteca ricca di dipinti che ricordano gli impressionisti francesi. La cosiddetta “luce di Skagen” che ha permesso queste pitture è molto famosa ed ha attirato qui schiere di artisti: troveremo copie di questi quadri in tutta la Danimarca. Inoltre anche la temperatura ci spinge a rientrare per una serata di relax e di fish&chips in attesa di domani per visitare Grenen il punto più a nord del paese.

Giovedì 23 maggio km 98396 (77)

Partiamo da Skagen per raggiungere Grenen il punto più a nord della Danimarca. Arriviamo al parcheggio e proseguiamo sulla spiaggia a piedi arrivando dove il mare del Nord incontra il Mar Baltico. E’ tutto molto suggestivo: si arriva proprio su una punta di terra molto stretta e pare proprio di vedere la linea di demarcazione tra i due mari. Ci sono anche scolaresche in gita e c’è molta allegria. Ad un certo punto, in mare, non troppo lontano da noi spunta una testa, distinguiamo una simpatica faccia baffuta…una grossa foca ci guarda per qualche secondo poi torna ad immergersi per riapparire poco più in là…veramente una bella sorpresa! Torniamo indietro e ci fermiamo anche a guardare dei bunker di avvistamento risalenti alla seconda guerra mondiale presenti sulla spiaggia poi, fatti gli acquisti di rito, rimettiamo in moto il camper puntando Frederikshawn.

Frederikshavn, il cui nome originale Fladstrand significava spiaggia piatta, si chiama così dal 1818 quando ricevette il riconoscimento di città mercantile, e fu chiamata, appunto, Frederikshavn, sotto il re Federico VI. Fa parte dell’omonimo comune di cui fanno parte anche le città di Sæby e Skagen, nella regione dello Nordjylland sulla costa nord-orientale dello Jutland, penisola nella Danimarca del nord. Il nome della città è traducibile con “Il porto di Federico”. E’ importante per i suoi collegamenti navali con la Svezia e la Norvegia ed è famosa anche per il pesce grazie alle varie industrie che ospita. La vicinanza col Mar Baltico l’ha resa una base navale molto importante per la strategia. Le uniche vecchie installazioni militari rimangono oggi il Krudttårnet costruito nel 1688 e il Nordre Skanse. La città conserva numerosi porti per battelli, gommoni, rompighiaccio, yatch, case galleggianti ed altro.

La cittadina possiede una bella isola pedonale in centro che ci consente una passeggiata rilassante. Torniamo al camper parcheggiato poco lontano per il pranzo ed un vigile, ci fa notare l’importanza di esporre sempre il disco orario correttamente regolato in quanto i parcheggi non a pagamento, come quello in cui stiamo sostando, prevedono una sosta limitata nel tempo e la regola vale per tutto il paese: basta controllare la dicitura sul cartello 1 time sta per un’ora, 2 time per due… e così via! Ringraziamo per il prezioso consiglio (e per la gentilezza con cui viene dato) lo mettiamo in pratica e pranziamo.

Ripartiamo per Aalborg che raggiungiamo alle 18:00: sta chiudendo tutto. Troviamo, comunque e come al solito, un parcheggio vicino al centro e facciamo un giro per la città: non ne siamo conquistati e ripartiamo per la necropoli di Lindolm Hoje.

Lindholm Høje (tradotto in Collina Lindholm) è il più importante sito di sepoltura vichinga ed ex insediamento situato a nord della città di Aalborg, in posizione dominante rispetto a questa. Il primo grande scavo di 700 tombe fu iniziato nel 1952, anche se precedenti scavi, come ad esempio quello del 1889, erano stati già condotti.

La parte meridionale di Lindholm Høje risale al 1.0001.050 d.C., mentre la parte settentrionale è significativamente più antica, risalente al 7001.000 d.C.

L’insediamento si trova su un importante incrocio sul Limfjord, un tratto di mare che divide l’odierno Jutland. Durante il periodo vichingo, era possibile passare solo da questo punto, l’altra alternativa era il più lungo e difficile percorso attraverso il fiordo Aggersund.

Il sito è stato abbandonato circa nel 1200, probabilmente a causa della sabbia che si accumulava dalla costa occidentale, conseguenza questa della ampia deforestazione che ha esposto i banchi di sabbia ai venti occidentali. Comunque, l’insabbiamento del sito ha contribuito alla sua conservazione attraverso i secoli. A causa della sua posizione, l’insediamento fu evidentemente un significativo centro commerciale e questo è ancora più corroborato dai manufatti che sono stati scoperti dagli archeologi.

La maggior parte delle sepolture scoperte sono delle cremazioni, anche se un certo numero di inumazioni sono state rinvenute; sembra che la scelta tra la cremazione o l’inumazione dipendesse dal periodo dell’anno. La maggior parte delle tombe sono contrassegnate con pietre posizionate nella tradizionale forma di una barca, indicando l’importanza che aveva per i vichinghi la navigazione; sia la loro forma e le dimensioni indicavano il rango delle persone sepolte.

Il sito è immenso e molto ricco di materiale. Esiste un museo nelle vicinanze, donato dalla Aalborg Portland A/S, società produttrice di cemento per commemorare il loro centenario, il museo è stato aperto dal 1992.

Nonostante l’ora riusciamo a visitare il sito: la cosa incredibile è che vi si accede  attraverso un cancello in legno tenuto chiuso da un chiavistello che serve solo a far si che i caproni che vivono all’interno del sito stesso non possano uscire; per il resto si entra e si esce liberamente. Data l’altezza si gode anche di una bella vista dei dintorni. Per la notte si potrebbe anche rimanere nel tranquillo parcheggio subito fuori ma, ritenendolo decisamente troppo isolato, preferiamo portarci verso la prossima tappa: Mariager e, dal momento che entriamo in autostrada, pernottiamo in una stazione di servizio completa (come tutte quelle visitate del resto) di camper service (N56°50’34’’E9°44’27’’ Himmerland vest suldrup).

Venerdì 24 maggio km 98568 (172)

Effettuato il camper service arriviamo a Mariager. Troviamo subito parcheggio al porticciolo di fronte al museo del sale, grande risorsa del paese. Partiamo subito per una visita che, come è successo per tutti i piccoli centri incontrati finora, si rivela essere interessante e rilassante. Ci spingiamo anche nel bosco appena fuori dell’abitato per raggiungere un grande tumulo che dovrebbe segnare una sorta di necropoli. Poi ci spostiamo a Elbeltoft che visitiamo a sua volta. Per la notte  ci spostiamo ad Arhus (N58°09’56’’E10°12’27’’) per essere pronti alla visita domani mattina.

Sabato 25 maggio km 98765 (197)

Come già detto siamo ad Arhus, quindi possiamo partire immediatamente alla sua scoperta.

Århus (soprannominata “la più piccola grande città del mondo“) è situata sulla costa orientale dello Jütland in corrispondenza della foce del fiume Århus, e si affaccia sulla baia omonima. La posizione geografica si riflette nell’etimologia del nome che in antico danese significa “foce del fiume”.

Il vescovado di Århus risale almeno al 951, ma ritrovamenti archeologici recenti permettono di retrodatare il sito cittadino al VII secolo, all’inizio dell’epoca vichinga, facendo di Århus una delle più antiche città della Scandinavia.

Tra il XIII e il XIV secolo l’insediamento originale subì un notevole sviluppo urbanistico trasformandosi in un importante città commerciale. La sua posizione riparata sulla costa occidentale del Kattegat (il tratto di Mar Baltico compreso tra Svezia e Danimarca)  la rendeva -e la rende ancora oggi-, un punto nodale per gli scambi commerciali tra lo Jutland e le isole dell’arcipelago danese e un importante scalo per le tratte tra la Germania, la Scandinavia e i Paesi Baltici.

Dal punto di vista demografico, il suo sviluppo è stato molto più recente: la sua popolazione non superava quella di Randers fino alla fine del XIX secolo e fino agli anni venti del XX secolo, la città più grande della penisola rimaneva Aalborg. La relativamente rapida crescita demografica è stata il frutto delle dinamiche sociali innescate dalla rivoluzione industriale che comportarono un consistente flusso migratorio dalle aree rurali verso le nuove aree industriali urbane come Århus.

La prima meta della visita è il Den Gamble By.

Den Gamle By (“La città vecchia” o  “il vecchio villaggio”) è un museo all’aperto ideato nel 1909 ed inaugurato nel 1914. A differenza della maggior parte dei musei all’aperto, che rappresentano la vita rurale, Den Gamle By rappresenta, al contrario, la vita cittadina, ed è – come tale – il più antico museo del genere.

Nel museo si trovano ambientazioni risalenti ai secoli XVI, XVII, XVIII, XIX e XX provenienti da 20 diverse località della Danimarca. Possiamo, tra l’altro trovare un ufficio postale, un ufficio della dogana, una scuola, un teatro, 5 giardini, 10 tra botteghe e drogherie, 26 o 27 fra stanze e cucine e 34 fra officine e laboratori di artigiani. Molti di questi edifici – per lo più con facciate a graticcio – sono aperti al pubblico che può così visitare le stanze decorate nello stile originale.
A fare da “contorno” vi sono poi degli “attori” vestiti con i costumi d’epoca da mercante, fabbro, ecc. Ideatore del Gamle By fu un certo Peter Holm (18731950), un insegnante e traduttore del luogo, che nel 1908 ebbe l’idea di “riutilizzare” la tenuta del sindaco di Århus, destinata alla demolizione.
Per questo motivo Den Gamle By aprì i battenti nel 1914 con il nome di Den gamle Borgmestergård, ovvero “la tenuta del sindaco”.

La visita prende circa tre ore. Ci spostiamo poi in centro vicino la stazione in un parcheggio a pagamento e, dopo aver pranzato visitiamo l’isola pedonale dove c’è una manifestazione “latina” per cui il quartiere appare trasformato in un luogo parigino. C’è anche una strana manifestazione dedicata al body painting. Ricca passeggiata come al solito, poi partiamo alla volta di Fredericia.

Decisamente gradevole da visitare, parcheggiamo appena fuori e percorriamo il lungo viale centrale abbellito da una fontana che consiste in getti d’acqua in fila sgorganti direttamente dal marciapiede. Dai bar aperti un cantante chitarrista molto bravo sforna un pezzo dopo l’altro e lo si sente lungo tutta la strada: decisamente rilassante Tornati al camper, raggiungiamo Odense per la notte (finalmente troviamo un supermercato aperto anche oltre gli orari canonici: LIDL che chiude alle 21 anche di domenica). Dati i lavori in corso non troviamo il parcheggio che avevamo scaricato dalla rete ma, molto vicino ne troviamo un altro più che soddisfacente senza pensare che, in caso di difficoltà rimaneva sempre il supermercato di cui sopra.

Domenica 26 maggio km 98933 (168)

Odense è la terza città più grande della Danimarca. e si trova sull’isola di Fionia (Fyn), compresa nella regione di Syddanmark, porto commerciale alla foce del fiume omonimo; è la città in cui è nato l’autore di fiabe Hans Christian Andersen. Odense (da Odins Vé, che significa “santuario di Odino”, riferendosi al dio Odino della mitologia norrena), è una delle città più antiche della Danimarca e ha celebrato il suo millenario nel 1988. Per celebrare questo è stato piantato un bosco chiamato “Foresta dei mille anni” (in danese: Tusindårsskoven) Il santuario di San Canuto (danese: Sankt Knud / Knud den Hellige – Canuto il Santo) all’interno dell’omonima Cattedrale è stata meta dei pellegrini in tutto il Medioevo. Nel XVI° secolo, la città era il luogo d’incontro di diversi parlamenti, e giù al 1805 fu sede del assemblea provinciale di Fionia. Simbolo più famoso di Odense era la Odinstårnet (Torre di Odino), costruita nel 1935, che era la seconda torre più alta d’Europa, superata solo dalla Torre Eiffel di Parigi. La Odinstårnet fu fatta saltare in aria da un gruppo danese nazista nel 1944 e non è più stata ricostruita. Tuttavia, un modello in miniatura di essa si trova ora nella zona residenziale Odinsparken, nella zona in cui era la torre originale. Fino all’inizio della rivoluzione industriale danese, Odense è stata anche la seconda più grande città moderna della Danimarca, negli ultimi tempi superata da Aarhus.

Partiamo quindi, dal parcheggio molto vicino al centro per la consueta visita; dal momento che oggi è domenica, il parcheggio non si paga. Trascorsa la mattinata e pranzato si punta verso Egeskov Slot passando per Faaborg e Svendborg. Visitiamo questi due piccoli centri nonostante il tempo, che ha retto tutta la mattinata, sia cambiato all’ora di pranzo ed una pioggerella insistente ci accompagna tutto il pomeriggio. Per la notte ci portiamo, come previsto a Egeskov Slot che visiteremo domani. Potremmo anche sostare davanti al castello nonostante alcuni cartelli vietino ai camper il parcheggio dalle 00 alle 6: abbiamo letto in rete che molti lo fanno (lo si potrebbe fare con discrezione allontanandoci un po’), ma preferiamo cercare altrove e troviamo, nel vicino paese, un supermercato che ci risolve il problema avendo un ampio piazzale sul retro. Domani mattina non sarà un problema coprire i pochi chilometri che ci separano dal castello.

Lunedì 27 maggio km 99031 (98)

Il Castello di Egeskov è un castello rinascimentale della cittadina danese di Kværndrup (Faaborg-Midtfyn), nell’isola di Fionia (Fyn), costruito tra il 1524 e il 1554 in mezzo ad un laghetto della proprietà terriera di Egeskov per volere di Frands Brockenhuus. Si tratta probabilmente del castello in stile rinascimentale meglio conservato d’Europa. Il nome dell’edificio e della tenuta, Egeskov, significa “foresta di querce” e farebbe riferimento alle fondamenta del castello, costituite appunto da migliaia di pali in legno di quercia e, in particolare, alla leggenda secondo cui, per ottenerle, si dovette attingere ad un’intera foresta. L’edificio, di proprietà della famiglia Ahlefeldt-Laurvig-Bille, accoglie circa 200.000 visitatori l’anno. Il castello è situato in un’area la cui superficie è di 40 acri. All’interno del castello si trovano 66 stanze, arredate con mobili e dipinti antichi e trofei di caccia. L’edificio ospita dieci esposizioni museali, tra cui un museo delle automobili, degli aerei, ecc. All’esterno del castello si trova un giardino in stile barocco, costituito, tra l’altro da un labirinto di faggi realizzato nel 1730. Una grande attrazione all’interno è costituita dal cosiddetto “Palazzo di Titania” (Titanias Palads). Si tratta di  una casa per le bambole, costruita nell’arco di 15 anni da Sir Nevile Wilkinson per la figlioletta. L’opera si compone di oltre 3.000 pezzi.

La visita ci prende quasi tutta la giornata. Veramente notevoli i musei delle automobili e delle motociclette ricchi di migliaia di pezzi datati dalla fine del 1800 ai giorni nostri, per non parlare della già citata casa delle bambole che vide l’intervento di alcuni tra i più valenti artigiani dell’epoca: usciamo alle 17:00.

Passiamo il ponte per la Selandia (circa 50 euro il pedaggio).

Il ponte di cui sopra, è stato inaugurato, nel 1998, dalla Regina Margherita II di Danimarca. Questo enorme ponte sospeso di cemento ed acciaio collega le isole di Selandia e Fionia; il suo vero nome in Danese è Storebæltsbroen. Sotto possono passarci navi di grossa stazza come ad esempio le navi da crociera in quanto il ponte è alto ben 65 metri dal livello del mare. Il ponte non è l’unico ponte della Danimarca in quanto vi è anche il famoso ponte sull’ Oresund che collega la Selandia con la Svezia e arriva fino a Malmo. Il ponte sul Grande Belt è lungo ben 18 chilomentri e questo lo porta ad essere uno dei ponti più lunghi, se non il più lungo, d’Europa. I Danesi, nonostante il costo del ponte sia stato molto elevato e ci siano voluti molti anni per la costruzione, sono molto orgogliosi di questa enorme struttura perché senza il ponte si poteva raggiungere la Fionia solo attraverso il servizio di traghetti locale. Nei mesi più freddi le condizioni climatiche non sono sempre delle migliori e quindi molte volte potevano rimanere isolati o non poter raggiungere le proprie abitazioni. Con il ponte tutto questo è stato risolto al meglio ed ora è uno dei collegamenti più usati e comodi del paese.

L’isola di Sjælland, in italiano Selandia (l’italianizzazione in Zelanda o Zelandia è molto più rara e desueta ed inoltre induce confusione con l’omonima e ben più nota provincia dei Paesi Bassi) è la maggiore isola della Danimarca. È separata dall’isola di Fionia dallo stretto del Grande Belt mentre lo stretto dell’Oresund la divide dalla regione svedese della Scania. La Selandia è collegata alla Fionia dal Ponte sul Grande Belt, alla Svezia con il ponte di Øresund e con l’isola di Falster da due ponti sullo Storstrøm per il traffico verso il continente. La capitale della Danimarca, Copenaghen, è situata in parte sulla costa orientale della Selandia ed in parte su Amager. Altre città dell’isola sono Roskilde e Elsinore.

Una volta attraversato, puntiamo verso il museo di Trelleborg dove c’è la ricostruzione di un villaggio vichingo.

Trelleborg è probabilmente la più famosa delle grandi fortezze circolari. Il motivo è, tra l’altro, che fu la prima ad essere trovata. Anche se il sito era conosciuto da tempo, non era stato fatto molto per studiarlo e capirlo a fondo. Solo quando un moto club ha cominciato a fare piani per trasformare il bastione circolare in un circuito per gare di speedway è intervenuta l’autorità e vi ha creato il Museo Nazionale.

Il museo, data l’ora, è chiuso ma possiamo prendere informazioni attraverso le affissioni esterne e possiamo accedere al parco retrostante che presenta la ricostruzione di una grande casa vichinga ed ambientazioni varie. Mentre ci avviciniamo, pensando di essere soli, dei ragazzi escono dalla casa vestiti in modo…desueto. Scopriamo che praticamente si tratta di una scolaresca che sta vivendo la vita dei vichinghi pernottando in una casa tipica e svolgendo tutte le attività collaterali come ci spiega un’insegnante. I ragazzini, come scoprono che siamo italiani, ci salutano con un “ciao belli!!!”; finiamo la nostra chiacchierata e ci disponiamo per la notte nel parcheggio del museo.

Martedì 28 maggio km 99108 (77)

Visitiamo il museo: piccolo ma molto ben organizzato. Veramente interessante con i suoi modelli e le sue ricostruzioni. Partiamo poi per Roskilde, anche in questo caso per visitare, oltre la città, un museo: il celebre museo delle navi vichinghe.

Roskilde è una città della Danimarca situata nella regione della Selandia (o Zelanda). Si trova sul mare, sull’isola di Sjælland, nella parte est della Danimarca. Fu la capitale della Danimarca fino al 1443, quando Copenaghen assunse questo ruolo. Roskilde è la tipica cittadina danese immersa nel verde. L’importanza storica di questa città può essere evinta dal fatto che la sua cattedrale è stata fino al XX secolo l’unica nell’isola di Sjælland. Questa cattedrale, costruita tra il XII e il XIII secolo, è stata la prima cattedrale gotica ad essere costruita in mattoni, tecnica che ha poi influenzato l’architettura gotica in tutta l’Europa settentrionale. Nella cattedrale di Roskilde vengono sepolti tutti i re danesi. Il turismo porta qui circa 125.000 persone all’anno. Oltre alla cattedrale, è da visitare il museo vichingo, nel quale sono conservati i resti (in ottime condizioni) di cinque navi vichinghe, recuperate negli anni sessanta dal fiordo di Roskilde, dove erano state poste nell’XI secolo per ostacolare la navigazione in un canale, proteggendo così la città da assalti provenienti dal mare. Fra queste navi si trovano due drakkar e l’unico knarr che sia mai stato recuperato in buone condizioni.

È famosa l’Università di Roskilde (RUC), situata a 5 chilometri dal centro città, fondata nel 1972 e dotata di un programma di studi alternativi. La sua sede è stata progettata negli anni settanta; la biblioteca è opera di uno dei più celebri architetti danesi.

Il Museo delle navi vichinghe di Roskilde è il museo nazionale della Danimarca dedicato a questo tipo di imbarcazioni, ai viaggi in mare ed alle tecniche di costruzione navale nelle epoche preistoriche e medievali. Il museo deve il suo nome a 5 navi di epoca vichinga che vennero deliberatamente affondate a Skuldelev, nel fiordo di Roskilde, nel 1070 circa, con lo scopo di bloccare un’importante via commerciale e di proteggere la città (che all’epoca era la capitale danese) da attacchi nemici provenienti dal mare. Queste imbarcazioni, conosciute col nome di Navi di Skuldelev, vennero recuperate nel 1962. La loro importanza è dovuta anche al fatto che si tratta di 5 diversi tipi di nave, dal cargo alla nave da guerra, compreso l’unico knarr mai recuperato in buone condizioni.

Lo knarr è un tipo di imbarcazione, usata dai popoli norreni (in particolare i Vichinghi) per scopi commerciali a partire dal IX secolo. Queste navi sono conosciute anche col nome di knaar, knorr e knörr. La tecnica di costruzione è dello stesso tipo di quella utilizzata per realizzare le navi chiamate drakkar. Principalmente gli knarr vennero utilizzati per trasportare merci, come avorio di tricheco, lana, legname, grano, pellame, armature, schiavi, miele e armi. Veniva utilizzata anche come nave da rifornimento per i mercanti e i guerrieri durante i loro viaggi nel Mar Baltico e nel Mare Mediterraneo. Le rotte abituali di queste navi portavano i mercanti vichinghi dalla Scandinavia all’Islanda e alla Groenlandia, ma anche alle Isole britanniche, all’Europa continentale e, probabilmente, al Medio Oriente. Rispetto ai drakkar, navi utilizzate per la guerra e per i saccheggi progettate con lo scopo preciso di essere veloci, gli knarr avevano una carena più corta e più larga, con un maggiore pescaggio; inoltre pesava decisamente di più. La propulsione degli knarr era garantita da una sola vela quadra assicurata ad un singolo albero. Solitamente avevano un mezzo ponte ed una sorta di cassero a poppa. L’unica vela quadra e la chiglia diversa rispetto ai drakkar facevano sì che gli knarr non avessero una grande velocità nelle andature “portanti” (con il vento in poppa) per le quali esse erano progettate, ma il vantaggio era che non dovevano dipendere dalla propulsione a remi. L’equipaggio era generalmente composto da 8-10 marinai.

Un drakkar (conosciuto in italiano anche come barcaccia vichinga) è un’imbarcazione usata principalmente dai vichinghi e dai sassoni per scopi militari durante il Medioevo, e per compiere viaggi esplorativi in Islanda e Groenlandia. Lo sviluppo del design tipico di queste navi fu il risultato di un’evoluzione durata secoli, che giunse alla forma più comunemente conosciuta intorno al nono secolo. In Norvegia i drakkar furono usati fino al quindicesimo secolo. Il drakkar è caratterizzato da una forma lunga (in media, attorno ai 25 metri), stretta e slanciata, e da un pescaggio particolarmente poco profondo. Queste caratteristiche conferiscono all’imbarcazione una grande velocità e le consentono di navigare in acque di un solo metro di profondità, permettendo di avvicinarsi molto alla riva, e rendendo così gli sbarchi velocissimi. Un altro vantaggio di queste imbarcazioni deriva dalla loro simmetria: la particolare forma del drakkar consente infatti una inversione rapidissima. Alcune versioni più tarde del design includono una vela rettangolare montata su un unico albero. Sembra logico supporre che le barche Nordlandsbåt, ancora oggi usate dai pescatori nella Norvegia del Nord, siano le dirette discendenti di questo tipo di navi, tra cui la vela quadra. Secondo le saghe norrene, quando Leif Ericsson intraprese il suo viaggio verso il Nord America lo fece dopo aver comprato la nave di Bjarni Herjólfsson, la stessa con cui quest’ultimo era stato portato fuori rotta molto a ovest della Groenlandia. Si pensa che la chiglia dei vascelli vichinghi venisse conservata generazione dopo generazione e che la nave venisse ricostruita intorno ad essa, tanto era l’influenza della mitologia su queste imbarcazioni. Inoltre, il riutilizzo di una chiglia in buone condizioni portava ad un risparmio di tempo e denaro.

Terminata la visita di museo e cittadina, ci dirigiamo verso Hillerod, città commerciale e culturale. È nota soprattutto per il Castello di Frederiksborg, nel centro della città, che è stata a lungo sede dei re danesi. Il castello rinascimentale, in passato fu una fortezza ed ora è un museo nazionale. Conta più di 70 sale aperte al pubblico, con soffitti dorati, tappezzerie alle pareti e molti dipinti. Interessante è la Riddershalen (Sala dei Cavalieri) e la Slotskirken (Cappella dell’Incoronazione), dove furono incoronati i re di Danimarca tra il 1671 e il 1840. La cappella del castello contiene l’organo rinascimentale costruito da Esaias Compenius. Vista l’ora, ci limitiamo alla visita degli esterni per poi puntare verso Helsingor dove pernottiamo in un parcheggio in centro dopo aver fotografato la Svezia dal porticciolo.

Le coordinate del parcheggio sono: N56.03728/E12.60958.

Mercoledì 29 maggio km 99255 (147)

Helsingør, meglio conosciuto in Italia come Elsinore, è un comune danese situato nella regione di Hovedstaden. La città è situata sulla costa nord-est dell’isola di Selandia (Sjælland), in Danimarca, a circa 45 km dalla capitale Copenaghen, ed a circa 4 km di mare da Helsingborg (Svezia). La località è nota nel mondo, perché ospita il sito di ambientazione dell’Amleto di Shakespeare. Il nome è derivato dalla parola Hals, che significa “stretto” ed è riferito al braccio di mare, denominato Øresund, che separa la Danimarca dalla Svezia e raggiunge il tratto più stretto presso Elsinore, distante soltanto 4 km dalla città svedese di Helsingborg. Il testo Rerum Danicarum Historica (1631) indica che il primo insediamento presso Elsinore può essere stabilito attorno al 70 a.C., ma non si tratta di informazioni certe. Fino al medioevo Elsinore fu soltanto un luogo di commercio; attorno al 1200 d.C. fu costruita la prima chiesa ed il paese iniziò a svilupparsi; nei secoli successivi attorno al centro abitato furono costruiti numerosi monasteri, ma oggi l’unica struttura rimasta è la cattedrale della diocesi di Elsinore. La chiesa di Santa Maria conserva un pregevole organo monumentale.

La costruzione del castello di Krogen risale alla prima metà del Quattrocento da parte del re danese Eric di Pomerania; attorno al 1580 fu ampliato, a causa della posizione strategica vicino alle coste svedesi, e divenne una vera e propria fortezza, denominata Kronborg; qui fu ambientata la vicenda di Amleto, che rappresenta la ragione principale del turismo internazionale, ma il castello è più noto ai danesi per la sua importanza storica e per ospitare, nei sotterranei la statua di un eroe danese, Holger Danske (Holger il danese). A questo personaggio è legata una leggenda secondo la quale il guerriero sarebbe pronto a risvegliarsi qualora la Danimarca si trovasse in pericolo.

Anche in questo caso, facciamo una visita esterna al castello dal momento che siamo potuti entrare a visitare la capella ed avendo letto in rete che gli interni non erano eclatanti. Si torna al camper e si fa prua verso la capitale: Copenaghen. Alle 13:30 arriviamo al campeggio Absalon e, in attesa che riapra l’ufficio, pranziamo. Ci sistemiamo in piazzola e partiamo per il centro; dal camping –poco più di un chilometro- arriviamo alla stazione prendiamo il treno –linea B- ed arriviamo in città dove facciamo un lungo giro prima di tornare al campeggio.

Copenaghen (danese København, inglese Copenhagen, tedesco Kopenhagen, 518.574 abitanti nel Comune, 1.167.569 nell’area urbana)[1] è la capitale e la città più popolosa della Danimarca. È situata sulle isole Sjælland e di Amager ed è separata dalla città di Malmö, in Svezia, dallo stretto di Øresund. Con il completamento del Ponte di Øresund nel 2001, Copenaghen e Malmö sono unite da un collegamento automobilistico e ferroviario grazie al quale dovrebbero migliorare l’interscambio commerciale, i rapporti tra i due Stati e il transito dei pendolari da entrambe le sponde. Il nome danese è una corruzione di Købmandshavn, che significa Porto dei Mercanti. Il nome inglese per la città, Copenhagen (notare la posizione dell’acca rispetto al nome italiano), deriva dalla lingua basso-tedesca Kopenhagen. Entro il 2025 sarà la prima città al mondo a emissioni zero.

Dall’era vichinga, nel luogo dove oggi sorge la città aveva sede un villaggio di pescatori genericamente identificato con il nome di “Damiano”(porto). Dalla metà del XII secolo il villaggio crebbe di importanza, dopo l’entrata in possesso del vescovo Nunziato il magnifico che lo fortificò nel 1167, anno che appunto segna tradizionalmente la fondazione di Copenaghen. L’eccellente porto di Copenaghen ha incoraggiato la crescita fino a diventare un importante centro di commercio (da qui il suo nome – la prima parte della parola indica commercio in lingua danese). Il villaggio è stato ripetutamente attaccato dalla Lega anseatica. Nel 1254, ha ricevuto il suo statuto come città dal vescovo Jakob Erlandsen.

Tra il 1658 e il 1659, sotto Carlo X, la città ha subito un grave assedio, respinto con successo da un grande assalto. Nel 1801 l’ammiraglio Parker della flotta britannica, ha combattuto una grande battaglia, la Battaglia di Copenaghen, con la marina danese nel porto di Copenaghen. Fu durante questa battaglia che Horatio Nelson pronunciò la celebre frase “mettere il telescopio davanti all’occhio cieco” in modo da non vedere il segnale di cessate il fuoco dell’ammiraglio Parker. Quando una spedizione britannica bombardò Copenaghen nel 1807 per acquisire il controllo della marina danese, la città subì gravi danni e molte vittime. Il motivo per cui la devastazione fu così grande, è che a Copenaghen c’era una vecchia linea di difesa, praticamente inutile contro il bombardamento dei britannici. Ma fino al 1850 sono stati i bastioni della città aperta ad acconsentire ai nuovi alloggi di essere costruiti intorno ai laghi (Soerne). Questo drammatico aumento dello spazio è stato da lungo tempo una causa del cattivo servizio igienico nella città vecchia. Prima dell’apertura, il centro di Copenaghen era abitato da circa 125.000 persone, fino a un massimo di 140.000 nel 1870, mentre oggi ce ne sono circa 25.000. Nel 1901, Copenaghen ha ulteriormente ampliato la popolazione con 40.000 persone nel processo di integramento con Frederiksberg all’interno della capitale.

Durante la seconda guerra mondiale, Copenaghen, come il resto del paese, fu occupata da truppe tedesche, dal 9 aprile 1940 fino al 4 maggio 1945. Nel mese di agosto 1943, quando il governo collaborazionista crollò, diverse navi danesi vennero affondate nel porto dalla Royal Navy in modo da impedire che esse potessero cadere in mano nemica ed essere utilizzate dai tedeschi. La città, dopo la guerra, è cresciuta notevolmente: negli anni settanta, utilizzando il cosiddetto “piano delle cinque dita”, sono state costruite delle linee ferroviarie per collegarla alle città circostanti.

Dall’estate del 2001, le città di Copenaghen e Malmö sono collegate da un ponte a pagamento: il Ponte sull’Öresund, che permette ai passeggeri su strada o ferrovia di attraversare lo stretto. È stato inaugurato nel luglio 2001 dal re di Svezia e dalla regina Margherita II di Danimarca. Come risultato, Copenaghen è diventata il centro di una vasta area metropolitana che si estende su tutte e due le nazioni. La costruzione del ponte ha portato un grande numero di cambiamenti nel sistema del trasporto pubblico e un’estensiva ripianificazione di Amager, a sud della città. Comunque, il ponte non è stato utilizzato intensamente come si sperava, probabilmente a causa dell’elevato pedaggio, rallentando la pianificata integrazione della regione.

La città si “gira” agevolmente bastano un paio di buone scarpe e la voglia di camminare. Passiamo davanti ai palazzi ed ai monumenti più famosi compreso il simbolo della città: la Sirenetta inventata dalla fantasia di Andersen e divenuta popolarissima in tutto il mondo grazie a Disney. Guardando e fotografando, maciniamo almeno 13 km (ho acquistato un GPS da polso che “ufficializza” le nostre percorrenze giornaliere anche da pedoni…) torniamo al campeggio, come si diceva nei vecchi temi delle elementari “stanchi ma felici della bella giornata trascorsa”.

Giovedì 30 maggio km 99428 (173)

Naturalmente, anche oggi, continua la visita della città a piedi. Una cosa che consigliamo è la gita sul battello che presenta la città dall’acqua elemento importantissimo per Copenaghen: ce ne sono anche con commentatore in italiano. Non dice moltissimo ma le sue descrizioni sono sufficienti per farsi un’idea più precisa. Anche oggi, tornando al camper, non avremo difficoltà a prendere sonno…

Venerdì 31 maggio km 0

…camper service e salutiamo la capitale non senza aver impostato sul navigatore un paio di cose che ci mancavano proviamo così anche il…brivido di un giro della città nel traffico! Guidati da un suggerimento trovato in rete, passiamo a Dragor grazioso paesino con porticciolo e vista sulla Svezia: è talmente vicina che quasi quasi…ma per quest’anno visitiamo bene la Danimarca, lasciando il resto per quando andremo a Capo Nord… Visitando il paese troviamo frotte di ragazzi in festa e scopriamo che stanno celebrando la fine della scuola: tutto il mondo è paese!.

Lasciamo soddisfatti Dragor per giungere a Koge caratterizzata dalla sua grande piazza ed  anche in questo caso ci godiamo una bella passeggiata e proseguiamo per il porticciolo di Rodvig da dove godiamo di un bel panorama sulle falesie cretacee di Stevns Klint. Alte fino a 41 m per una lunghezza di 15 Km, dal punto di vista geologico la scogliera è famosa in tutto il mondo per lo strato di argilla che si è formato circa 65 milioni di anni fa durante una catastrofe climatica. Le falesie cretacee hanno la stessa età di quelle, più grandi, formatesi sull’Isola di Mon. Le raggiungiamo per visitare anche la Hojerup Kirke che risale al 1357. Si tratta di una chiesetta posta a strapiombo sulla scogliera che troviamo ancora aperta e visitabile anche se ormai l’ora è tarda. Per la notte ci fermiamo a Store Hedding nel parcheggio di un supermercato mentre in paese si svolge una festa.

Sabato 1 giugno km 99677 (254)

Partiamo per una visita a Naevsted park (N55°13’47’’/E11°45’21’’) per arrivare poi al Castello di Gavno.

Questo castello settecentesco in stile rococò è circondato da un magnifico parco. Tuttora abitato, ospita la più grande collezione privata di dipinti della Danimarca. Esposta nella grande galleria, la collezione di quadri comprende numerosi ritratti e alcune tele di maestri. Attigua all’edificio principale si trova una cappella sontuosamente decorata da pannelli scolpiti. Il parco è una vera delizia a maggio, nel periodo della fioritura dei tulipani e di altre piante bulbose, quando le loro vivaci tonalità brillano ai piedi dei grandi alberi secolari. 

Qui si sta svolgendo una cosa molto particolare: tutto il paese si è dato appuntamento nei giardini del castello per estirpare, sotto lo sguardo attento e la guida dei giardinieri, i bulbi dei fiori stagionali. Grandi e piccini con pala e borsa si danno da fare per preparare (supponiamo) le aiuole ad accogliere nuove colture. I bulbi estirpati passeranno poi ad abbellire i giardini delle case del paese. Visitiamo il castello ed il bellissimo parco che presenta anche una casa delle farfalle. Per il pranzo ci spostiamo a Stege dove, sempre istruiti dai diari di viaggio trovati in rete, ci rechiamo in un locale dove si mangia servendosi di un buffet a prezzo fisso e pagando, a peso, solo la carne che si sceglie al bancone e che viene cucinata al momento. Dopo il pranzo ed una passeggiata digestiva, raggiungiamo la Elmelunde kirke. Questa chiesa è nota  per la ricchezza e la bellezza degli affreschi e per gli interessanti dipinti narrativi del XV sec. Il Maestro di Elmelunde ha decorato la chiesa del suo paesino natale con scene bibliche, tra le quali si distingue una splendida raffigurazione del Giudizio Universale e del Cristo in Maestà. Lasciata la chiesa, arriviamo in poco tempo a Mons Klint.

Møns Klint (in italiano Scogliere di Møn) è un promontorio posto nella parte orientale dell’isola danese di Møn, sul Mar Baltico. Le scogliere, che in alcuni punti raggiungono un’altezza di 120 m, si sviluppano per una lunghezza di 6 km circa, dal parco di Liselund a nord fino al faro di Møn a sud. Le scogliere e l’area circostante costituiscono oggi un parco naturale, all’interno del quale si trova l’Aborrebjerg, una delle più alte sommità della Danimarca (143 m). Il gesso che forma le scogliere è composto da scheletri fossili di coccolitofore, alghe unicellulari risalenti al periodo Cretaceo, cioè oltre 75 milioni di anni fa. In seguito all’azione dei ghiacciai lo strato è stato compattato e, al termine dell’ultima Era glaciale, circa 11.000 anni fa, le scogliere sono emerse in seguito allo scioglimento dei ghiacci. Le scogliere di Møn fanno parte del medesimo deposito che ha creato le scogliere di Rügen, in Germania, sul lato opposto del Baltico. Conosciute anche come la “Meraviglia del Baltico”, sono l’attrazione naturale più spettacolare: uno strapiombo torreggiante di gesso bianco che si tuffa in modo drammatico nelle acque turchesi.

Scendendo una scala in legno formata da più di cinquecento gradini arriviamo al mare: lo spettacolo vale senz’altro la fatica. Nel 2013, grazie a un nuovo importante progetto chiamato “Destination for All”, sarà migliorato fortemente l’accesso per le persone anziane, i disabili e le famiglie con i passeggini. A Pasqua sarà inaugurata infatti una passerella in legno lunga 267 metri che percorre il tratto lungo il ciglio delle falesie fino al punto panoramico di Freuchens Pynt.

Con ancora negli occhi questi spettacoli della natura arriviamo mestamente  a Puttgarden per imbarcarci e lasciare la Danimarca per la Germania. Per fortuna la “tirata” dell’andata ci permetterà di tornarcene verso casa con calma pianificando ancora tappe belle ed interessanti. L’arrivo all’imbarco è estremamente facile e pratico: dall’autostrada che stiamo percorrendo, seguendo un chiara segnaletica,  si arriva ad un casello dove, come si farebbe per un normale pedaggio, si paga il passaggio in nave. Uscendo si seguono le semplici indicazioni che portano al gate d’imbarco relativo al numero segnato sul biglietto. I traghetti partono praticamente ogni mezz’ora ed in un’ora si arriva sulla sponda opposta. Salutiamo la Danimarca spendendo le ultime corone rimaste al duty free della nave.

Continueremo la nostra marcia di ritorno a casa fermandoci ancora in Germania visitando le città di Brema, Munster, Colonia e Coblenza e, in Italia, Pavia e Montepulciano; questo renderà la fine delle ferie di quest’anno meno “duro”.

Alla fine, avremo percorso quasi 6000 km in poco più di tre settimane ma ne è valsa certamente la pena!

Un pensiero ed un ringraziamento va senz’altro agli autori del sito www.Robadacamper.com dal quale abbiamo attinto a piene mani per la stesura di questo itinerario e che ormai, anche se non li conosciamo personalmente riteniamo, idealmente, nostri compagni di viaggi.

Arrivati in Germania facciamo gasolio e poi partiamo per la nostra prima destinazione in Germania: Brema. Pernottiamo a circa 160 km (park stazione di servizio Siersdorf tra Stawedder e autostrada A1(E47) (N55°04’12’’/E10°45’20’’).

 Domenica 2 giugno 99931 (254)

Arrivati a Brema, parcheggiamo allo Stellplatz Am Kuhhirten (N53°03’54’’/E08°49’26’’ 13 euro pernottamento e servizi –corrente e carico con pagamento a consumo). Si tratta di un comodissimo incrocio tra un campeggio ed un’area sosta attrezzata dove si può fare tutto in self service: ogni tanto passa un addetto a controllare che sia in vista lo scontrino di avvenuto pagamento. In segreteria prendo anche un catalogo di queste aree sparse per tutta la Germania. Espletate le varie formalità, si parte per la visita della città: il centro è raggiungibile molto facilmente a piedi.

Brema è situata sulle rive del Weser a circa 60 km prima del punto in cui il fiume sfocia nel Mare del Nord. Il fiume, in corrispondenza della città si allarga e quindi è navigabile da navi di grosse dimensioni permettendo l’esistenza del porto. Brema è la più antica città-stato tedesca, ricca di monumenti e musei, nonché secondo porto commerciale della Germania.

Munster (100171) Colonia Coblenza Pavia